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MareMontana

Pubblicato il 25.3.13

 
Questa foto è il ricordo che voglio serbare di questa tragedia.
 
SONO SALITO ALL’INFERNO E NE SONO DISCESO
 
La giornata comincia con i soliti convenevoli di tutti i pre gara, il tempo è brutto ed allora si indossano i Kway, i pantacollant, bandana, cappellino e guanti.
Partiamo ed i primi Km passano in allegria, siamo Ornella, Massimo ed io
Si comincia a salire e ci stupiamo di essere al 13° Km in un’ora e 20m; fa già un freddo cane e le mani sono intorpidite però nessuno ci avvisa di cosa, di li a poco, avremmo scoperto a nostre spese.
Saliamo ma più che una corsa diventa il nostro ed il mio calvario, fango neve gelo intenso mi dicono che è il caso di ritirami, i compagni di “tragedia” mi spronano a non mollare ma io ormai ho deciso, al 20° all'Abbazia Benedettina di S.Pietro ai Monti (km. 20,0 circa) mi ritiro, ho letto sul sito che <<ad ogni colle o punto in altitudine ed ad ogni ristoro, è stabilito un posto di chiamata di soccorso>> ed ancora <<questi posti sono collegati con la direzione di gara. Saranno presenti sul territorio ambulanze, protezione civile e medici>>, sono quindi speranzoso. Sto morendo assiderato ma conto di farcela. Scopro, purtroppo a mie spese, che così non è; all’Abbazia non c’è modo di ritirarsi. Siamo forse in 40 all’interno della chiesuola semi abbandonata, ci danno del the ma non serve, ormai il mio corpo non risponde più alla mia volontà, vedo gente distrutta, soprattutto le ragazze, una non riesce nemmeno a bere dai forti tremori che scuotono il suo esile corpo, io che peso 86Km vibro come un trattore.
Ornella non mi vuole abbandonare (grazie) mi sprona a rimettermi in marcia, non c’è altro da fare. Fango ed ancora fango, cado decine di volte, le mente è confusa, non vedo quasi più dall’occhio destro e penso ancora una volta al peggio; se non vado oggi in Paradiso, mi sa che perdo la vista. I pensieri più oscuri iniziano a farsi largo nella mia mente, piango pensando alle mie bambine, a Sonia alla mia Mamma, anche ai miei amici ormai all’arrivo, infreddoliti ma impossibilitati a prendere i loro vestiti perché le chiavi della macchina le ho io, si piango anche per loro ormai in salvo.
Il fango lascia il posto ad una scoscesa discesa di diecimila gradini di pietra naturale, ormai scendo per la sola forza di gravità, vedo con un solo occhio ed ogni appoggio del piede è come vincere alla lotteria. Ornella guida con una forza incredibile il gruppo io a stento riesco a seguirli per 3-4 Km poi scende il buio. Vengo soccorso da un ragazzo di Genova (?) che si ferma con me, mi sorregge, mi spinge e mi porta all’arrivo.
Non so come riesco a recuperare la borsa in auto ed ad entrare in palestra, poi crollo.
Mi soccorrono il grandissimo Yeti ed il fantastico Massimo, si fanno letteralmente i quattro (forse c’era anche Piedone ma non sono sicuro), arriva l’ambulanza; i crampi mi dilaniano le gambe, il corpo, privo di controllo, trema all’infinito; ho male dappertutto.
In ospedale mi mettono in una sorta di sacco a pelo riscaldato, mi informano che i tremori passeranno in un’oretta circa. Ho la febbre a 38,4 ma questo dicono è un bene. Sto ritornando indietro dell’inferno, vorrei piangere ma non ne ho la forza; poi tutto passa, ritorno vigile al 100%, arriva Massimo e lo vedo con grande gioia ne cuore.
Sono qui a raccontarvi il mio viaggio negli inferi, ho 47 anni e non riesco a smettere di piangere, non so se quanto mi è accaduto mi cambierà la vita, di sicuro alcune cosa avranno minore importanza d’ora in avanti.
 
Vorrei anch’io unirmi a tutti coloro che hanno abbracciato la famiglia di Paolo Ponzo che è stato meno fortunato di me. Paolo ho rischiato di incontrarti in paradiso, ciao Claudio

22 commenti
  1. tillo 24 marzo 2013 alle ore 16:49  

    finalmente una "foto" vera
    ma i cavalli di razza ?

  2. gilda 24 marzo 2013 alle ore 21:11  

    dovevi vederci all'arrivo, fango, neve, vento e tanta tanta acqua!

  3. Max 24 marzo 2013 alle ore 21:18  

    Avventura epica d'altri tempi.
    Proprio come dice il nome della corsa: "Dalla sabbia alla neve".
    Io mi sono divertito un mondo, qualcun altro un po' meno! :-(

  4. Silvano 25 marzo 2013 alle ore 10:37  

    Il primo pensiero alla famiglia di Paolo Ponzo

    Pilo il tuo racconto serva da ricordo per tutti, possiamo essere preparati, determinati ma ci sono giorni che è meglio non correre in natura ...
    Io l'ho imparato un 4 Agosto di qualche anno fa e non voglio dimenticarlo

  5. gilda 25 marzo 2013 alle ore 11:58  

    la notizia della morte di Paolo è stata un pugno nella pancia, fino a che non ho appreso la notizia pensavo di aver comunque trascorso una bella giornata, in gara mi sono divertita anche se in alcuni momenti ho pensato che se le gambe non mi avessero portata più avanti la situazione sarebbe stata davvero critica. Da ieri sera sono triste, molto triste, non è possibile morire in questo modo, sono vicina alla famiglia di Paolo ma anche agli organizzatori della maremontana che stanno vivendo momenti davvero drammatici, sicuramente hanno sottovalutato una siturazione meteo molto complicata, probabilmente lassù non dovevano farli andare, ma in questo momento saranno straziati quanto e forse più di noi, credo sia giusto rispettare anche il loro dolore...sarebbe bello riavvolgere il nastro, tornare indietro di due giorni e cambiare il destino ma purtoppo non lo si può fare... ciao Paolo

  6. Il Poggio 25 marzo 2013 alle ore 12:12  

    Anche io mi sono divertito molto, le condizioni erano dure ma mi ci trovo abbastanza bene. Solo dopo l'arrivo mi sono reso conto della situazione drammatica. Un preghiera per Paolo.

  7. Massimo Colombo 25 marzo 2013 alle ore 12:26  

    Quando ieri sera ho commentato la foto, non sapevo di Paolo e tutto si era comunque concluso al meglio.
    Vedere Claudio così sofferente mi ha fatto pensare più volte al fatto che forse avrei dovuto aspettarlo anch'io ed aiutarlo a scendere, ma come potevo sapere.
    Ora tutto si tinge di nero e di tragico.
    Non deve succedere mai più, ma di questo, purtroppo, non sono sicuro.

  8. tillo 25 marzo 2013 alle ore 12:26  

    una provocazione;
    ma siamo consci che correre in alcuni luoghi e con condizioni di tempo "cattivo" ci si deve anche coprire adeguatamente?
    la mia piccola esperienza mi dice che ci sono parecchi incoscienti

  9. Massimo Colombo 25 marzo 2013 alle ore 12:39  

    Io penso che il coprirsi adeguatamente è solo una piccola parte del problema.
    La cosa davvero importante è rifornire costantemente il nostro corpo di energia di facile utilizzo per produrre il calore che ci serve.
    Col freddo il consumo energetico aumenta notevolmente.
    Gli esperti di medicina sportiva asseriscono che abbiamo sufficiente energia per correre ore e ore senza bisogno di nessuna integrazione.
    Io penso che questo ragionamento sia valido solo per atleti di altissimo livello. Per tutti noi altri, in queste condizioni, è obbligatorio rifornire il "serbatoio" ogni mezz'ora. Ieri chi non l'ha fatto, l'ha pagata cara.

  10. president 25 marzo 2013 alle ore 15:21  

    Cari Valbossini, tutto è bene quel che finisce bene !!!
    Sono molto rammaricato per l' accaduto imprevisto.
    Le più sentite condoglianze alla famiglia di Paolo. Sono vicino agli organizzatori, date le conseguenze che questo accadimento avrà.

  11. Il Poggio 25 marzo 2013 alle ore 15:32  

    Max per una precisazione sul consumo energetico con tempoerature fredde segnalo questo interessante link
    http://www.sporteat.com/disgela-lenergia/

  12. Unknown 25 marzo 2013 alle ore 16:04  

    Probabilmente papà leggerà questo commento e io ci conto, perché non ce la farei mai a dirgli tutto questo in faccia.

    Premessa: sono la figlia di Claudio, il "Pilo" che tutti ben conoscete (credo), e sto commentando solo perché è stato più forte di me. Dopo quello che ho letto sulla corsa di ieri, non potevo starmene buona e zitta come se non fosse successo niente!

    Prima di tutto sono grata a chiunque sia stato al suo fianco ieri, perché sicuramente siete stati tutti di grande aiuto per lui. Anche se un semplice grazie non potrà mai bastare, non ho altro da offrirvi, quindi, GRAZIE!

    Seconda e molto più importante cosa, ammetto che sono terrorizzata alla sola idea che al posto di Paolo ci sarebbe potuto essere lui, il MIO papà, una delle persone più importanti che potrò mai avere accanto! Ogni volta che penso che Paolo ha lasciato i suoi 3 bambini - TRE! -, morendo per quella dannata corsa su quella stradannata montagna, ricomincio a piangere. Certo, non posso nemmeno lontanamente capire il dolore di quella famiglia spezzata, ma posso immaginarlo molto bene e ogni volta che ci provo, ho un tuffo al cuore.
    Non so se è stata tutta una questione di fortuna o se qualcuno ha guardato giù e ha detto: "Toh, guarda! Quell'uomo sta morendo assiderato. Diamogli una mano!", ma io sono dell'idea che sia stato il primo caso, perché nel secondo avrei un grandissimo cartello da affiggere davanti alla porta di casa di quel "qualcuno" con su scritto "VAFFANCULO!", perché non mi sembra giusto che una famiglia possa tornare a sorridere mentre un'altra piangerà per anni.

    Però, e mi dispiace dirlo, non potrei essere più felice, in questo momento, perché papà attualmente è di sopra, sdraiato sul divano a guardare la tv, sotto alla coperta della sala, al caldo, al sicuro... e sta bene. Sta bene anche se quando cammina sembra che abbia tutte le ossa rosse, sta bene anche se si muove al rallentatore, sta bene anche se è una versione quasi cadaverica del padre a cui sono abituata. Ma sta bene, si sta riprendendo e tanto mi basta.

    Non credo che in molti leggeranno questo commento, perché so di essere lunga e prolissa quando parto a parlare. Quindi, solo un'ultima cosa: ti voglio bene, papà! Non so che farei senza di te!

    La tua bambina
    Fra

  13. Il Poggio 25 marzo 2013 alle ore 16:57  

    No Francesca, il tuo commento lo leggiamo, eccome.
    Il tuo sfogo è più che plausibile.
    Eventi di questa portata scatenano una reazione violenta soprattutto quando accadono facendo sport, oltretutto per divertimento.

  14. Max 25 marzo 2013 alle ore 17:21  

    E' proprio vero il proverbio che ciò che non uccide fortifica.
    Fortifica un rapporto padre-figlia, con queste bellissime parole commoventi ed indimenticabili.
    Fortifica un rapporto di amicizia già consolidato, ma che ora avrà un significato speciale.
    Fortifica un senso di appartenenza ad un gruppo che va oltre il semplice senso sportivo.

    Brava Francesca, sei stata grande.
    Forza Pilo, rimettiti presto e pensa che questo weekend resterà indimenticabile, quasi come la trama di un film dal titolo: "Dal coquillage all'inferno e ritorno". :-)

  15. STEFANO 25 marzo 2013 alle ore 19:23  

    Il commento di Francesca mi ha toccato il cuore. Solo ora ci rendiamo conto in che situazione ci siamo infilati. FORZA PILO ti aspettiamo più in forma di prima.
    Un pensiero va anche alla famiglia di Paolo.
    Styv

  16. Stefania 25 marzo 2013 alle ore 22:05  

    Grazie Francesca...
    Ciao Paolo ...
    Stefania

  17. tillo 26 marzo 2013 alle ore 10:49  

    ciao Francesca;
    quindici giorni fa ho messo su facebook una canzone di Gaber "la razza in estinzione" ero abbastanza giù, ora dopo il tuo "non posso stare zitta, vaffanculo e il Grazie", mi è tornata la speranza, c'è una generazione di belle persone.
    Hai dato a tanti una lezione di buonsenso. Brava
    ora goditi il tuo papà

  18. Anonimo 26 marzo 2013 alle ore 15:56  

    Ragazzi non ho parole...
    Claudio ti rinnovo tutta la mia comprensione per l'esperienza passata. Raccomando a tutti per il futuro di non imbarcarsi più in situazioni del genere... il passo fra l'impresa ed il dramma è davvero sottile

    Lorenzo

  19. Anonimo 27 marzo 2013 alle ore 19:46  

    ciao franci.. sei stata stupenda con quelle splendide parole per il tuo papa'.che ringrazio per quanto ha scritto.
    sappi pero' che l'unica sua forza per chiudere il giro dall inferno siete state voi.. le sue bambine e la loro mamma..il desiderio di abbracciarvi ancora è stata la sua forza. ciao. ornella

  20. Unknown 27 marzo 2013 alle ore 22:16  

    Vero è che ho lacrime facili ma ...leggere le parole di Francesca e di chi ha vissuto di prima persona questa esperienza toccante me le ha fatte sgorgare a fontana... e pensare che ho desiderato così tanto essere lì anche io con Ornella e gli altri.... un abbraccio a tutti
    Susanna (3v)

  21. Anonimo 2 aprile 2013 alle ore 15:15  

    Scusate se mi intrometto: mi spiace molto per quello che è successo, ma vorrei dire a Pilo che ha fatto male a non fermarsi se era in quelle condizioni, visto che a San Pietro c'era veramente la possibilità di ritirarsi tramite un breve tratto di sentiero che portava dritto alle ambulanze (sentiero che abbiamo usato noi che non ce la siamo sentita di scendere dalla corta).

  22. pilo 2 aprile 2013 alle ore 20:31  

    Io ho ripetutamente manifestato a diversi volontari presenti dentro e fuori la chiesetta di San Pietro ai Monti la volontà di volermi ritirare.
    Tutti mi hanno detto che da li non era possibile; quello che credo fosse meno in panico degli altri mi ha vivamente consigliato di scendere lungo il percorso perché, secondo lui, era meglio fare così piuttosto che farsi altra strada in salita per arrivare sulla strada provinciale dove, forse, c'erano dei pullman. Non ero solo, con me sono partite altre 7-8 persone che hanno colto l'invito di questo "personaggio".
    Sapere che poco distante da li c'erano i soccorsi mi fa ancor più arrabbiare.